Armonia di coppia e comunicazione
Il benessere di una coppia,
indipendentemente da quanto sia giovane la relazione, è
notevolmente influenzato dalle modalità comunicative tra i
partners che si instaurano fin dall’inizio della storia.
Se è indubbio che gli aspetti comunicativi, nel corso della
vita insieme, sono soggetti a mutamenti, sia per contenuto
che per forma degli scambi comunicativi, è pur vero che
alcuni aspetti interattivi tra i due partners, presenti fin
da subito, possono più o meno agevolare l’armonia della
coppia.
L’armonia di coppia comprende diverse
sfaccettature della relazione: l’intimità, la complicità, la
sintonia, lo scambio, il confronto, la complementarietà, il
sostegno, la gratificazione, l’alleanza, la fiducia….
Queste ultime due caratteristiche sono strettamente
interrelate perché non può esserci una vera alleanza se non
c’è un’autentica fiducia nel partner. Infatti non basta dire
“io mi fido di te”, ma bisogna arrivare al passaggio
ulteriore, ovvero “io mi fido di te che so che ti fidi di
me” (Loriedo, 2009).
Capita frequentemente che un partner
percepisca nell’altro un’assenza di fiducia nei suoi
confronti e, per questo, non riesce, a sua volta, a fidarsi
e a creare situazioni in cui veramente ci si possa fidare di
lui/lei, come in una sorta di profezia che si autoavvera.
Armonia di coppia e tolleranza del conflitto: l’incontro
Un altro aspetto centrale nella costruzione dell’armonia di
coppia è la capacità di tollerare la presenza di
un conflitto di coppia. Infatti, per armonia
di coppia non intendiamo una dimensione priva di scontri o
una sorta di oasi felice, ma uno “ spazio noi ” in cui si
accettano le diversità dell’altro, si accoglie il confronto
e si esprime il disaccordo come un momento di “in-contro”,
non di scontro, affinché il conflitto diventi costruttivo e
la conflittualità di coppia si trasformi in un’opportunità
di crescita reciproca e di riflessione.
In realtà la
capacità di gestire il conflitto all’interno di una
relazione di coppia consiste proprio nella possibilità di
oscillare alternativamente e senza essere giudicanti, tra
queste due posizioni del gioco relazionale, ovvero la
posizione “IN” (come espressione di consenso) e quella
“CONTRO” (come espressione di dissenso, che non equivale a
rifiuto o disconferma) allo scopo di creare veramente un
momento di confronto ovvero l’ "IN-CONTRO" (Santandrea,
2009).
Conflitto coperto e conflitto scoperto
Questa situazione in cui ognuno “va verso” l’altro sia per
manifestare disaccordo che per manifestare consenso, è
possibile solo se i due partners riconoscono apertamente che
ci sono alcuni aspetti della propria relazione che generano
disagio in uno dei due o in entrambi e solo se riescono a
portarli alla luce per trovare veramente una soluzione.
I motivi che spingono i componenti della coppia a tenere
questo conflitto coperto possono essere molteplici: a volte
si pensa che, sollevando certe problematiche, possa rompersi
l’equilibrio esistente, altre ancora si teme di generare
reazioni esagerate che possano avere conseguenze spiacevoli.
I conflitti all’interno della relazione di coppia possono riguardare diversi aspetti della vita insieme: i rapporti con i figli; l’ingerenza dei propri genitori o di altri membri della famiglia d’origine; la sessualità; la percezione che altre persone, parenti o meno, non rispettino i confini della coppia e si comportino in modo giudicante, intrusivo o vogliano avere potere sulle decisioni della coppia; la sensazione di non ricevere il sostegno del partner quando si viene attaccati da altre persone; la constatazione che l’altro non si assume le dovute responsabilità in merito alla gestione della casa o dei conti e che deleghi completamente o costantemente al partner; l’ impressione che l’ intimità non sia qualitativamente o quantitativamente soddisfacente; la percezione che l’altro non rispetti o non permetta che il partner abbia dei propri spazi individuali……
ll conflitto nelle interazioni quotidiane
Tutti questi aspetti, se non adeguatamente sollevati nel rapporto di
coppia, rischiano di generare un malcontento che non viene
espresso chiaramente e direttamente, ma che resta in
incubazione e traspare sotto altre forme o in altre vie
durante le interazioni quotidiane, attraverso altri piccoli
comportamenti ostili che contribuiscono a mal disporre il
partner in quanto si sente aggredito, trattato male o
prevaricato senza conoscerne precisamente il motivo, quasi
stesse subendo una cattiveria gratuita. Questa dinamica
presuppone l’instaurarsi di un circolo vizioso per cui
ognuno si sente legittimato ad essere scortese o brutale con
l’altro, lacerando ancora di più il legame di coppia.
La
frequenza di queste interazioni caratterizzate da impliciti
rimproveri e rancori, finalizzate ad evidenziare delle
mancanze nel comportamento del partner, ha lo scopo di
esasperare sempre di più la conflittualità sterile del
rapporto che, dal momento che non è esplicita, è quella più
pericolosa per la salute della coppia.
In questi casi,
di fronte alle critiche del partner, l’altro gioca a rialzo
adottando un ulteriore atteggiamento accusatorio che spesso
non si manifesta sul momento, ma che non mancherà di
presentarsi in tutte quelle circostanze che lo permettano e
che apparentemente non hanno nulla a che fare con il motivo
del contrasto iniziale. Nei casi più gravi, tra i due si
instaura un’escalation simmetrica difficile da arginare, in
grado di alimentare una forte rabbia, ostilità e
aggressività.
Saper litigare nella coppia
Lo psicologo statunitense John Gottman, dell'Università di Washington,
dopo anni di ricerche sulle relazioni di coppia, che hanno
visto protagoniste numerosissime coppie americane, con
differenti caratteristiche, è giunto alla conclusione che il
problema non è il fatto di litigare ma il “come” si litiga.
Egli individua quattro aspetti relazionali della
comunicazione che producono litigi fine a se stessi e
affatto costruttivi:
1)la critica generalizzata che
investe ogni azione fatta dall’altro
2) il mettersi
sulla difensiva ogni volta che l’altro fa un’osservazione e
questo atteggiamento porta a negare ogni responsabilità
nelle situazioni
3) il disprezzo verso quanto dice o
fa l’altro, espresso attraverso sarcasmo, derisione, scherno
4) il muro di gomma, ovvero il “finto sordo” che
reagisce con indifferenza alle obiezioni mosse dal partner
Al contrario invece, le coppie stabili e affiatate,
gestiscono i propri litigi accompagnandoli con scuse,
umorismo o gesti che rinsaldano l’armonia. In queste coppie
infatti, i partners hanno più frequentemente atteggiamenti
che esprimono conferma verso l’altro, comportamenti
riparatori dopo le discussioni, gesti che evocano
affettività e intimità.
In molti casi la terapia di
coppia permette di individuare le caratteristiche di questi
schemi relazionali che minacciano l’armonia di coppia e che,
ripetendosi nel tempo, si incistano così profondamente nel
rapporto che i partners, da soli, senza l’aiuto di un
consulente esterno, non riescono più a sradicarli per
permettere al rapporto di rifiorire, tornando ad innaffiarlo
e a prendersene cura come un fiore delicato di cui si
ricerca ancora, nonostante tutto, il profumo.
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